Nel 2018 il 32,3% dei cittadini europei tra i 15 ed i 64 anni è laureato (fonte Eurostat). La distribuzione territoriale dei laureati in Europa fa registrare una presenza elevata nel Nord Europa, specialmente nelle regioni (NUTS) britanniche e in quelle scandinave che raggiungono e superano a volte il 40%. Nell’Europa centro-meridionale, ad esclusione di alcune zone francesi e spagnole che mantengono una quota elevata di laureati, la percentuale scende abbondantemente sotto il 30%.
Per quanto riguarda l’Italia in nessuna delle regioni si raggiunge una percentuale di laureati superiore alla media europea. Il Lazio è la regione italiana con più laureati rispetto alla popolazione residente (25%), mentre al sud si registrano le quote più basse con la Sicilia che conta solo il 14% della popolazione in possesso della laurea.
In particolare l’Umbria conta una percentuale del 20,7% di laureati tra la popolazione di 15-64 anni, in linea con le altre regioni del Centro Italia.


In ogni caso è difficile trovare lavoro in Italia per i neo-laureati, ovvero per coloro che entrano nel mondo del lavoro entro tre anni dal conseguimento del titolo di studio accademico. Nel nostro Paese in tutte le regioni la percentuale di laureati occupati è inferiore alla media europea. In particolare il Mezzogiorno d’Italia fa registrare i dati più bassi di tutta Europa (in Calabria e in Sicilia siamo intorno al 30%), al pari delle regioni della Grecia e di alcune della Spagna. In particolare in Umbria il 55,8% dei laureati nel 2018 aveva trovato occupazione entro tre anni dal conseguimento del titolo di studio, ponendosi un gradino sotto la quota raggiunta dalle altre regioni del Centro Italia.
Dati decisamente più confortanti nei paesi del Nord Europa (in particolare Svezia, Germania, Repubblica Ceca, Irlanda), dove in alcune regioni si raggiunge quasi il 100% dell’occupazione per tutti i laureati.

FONTI: Eurostat, 2018