“Il rapporto mostra come la coesione sia non solo un valore sociale, ma anche una leva economica. Nei territori a maggiore coesività, infatti, la povertà si mantiene costantemente al di sotto della media nazionale e anche il valore aggiunto pro-capite appare più elevato (38mila euro rispetto ai 28mila dei territori meno coesivi). Nelle aree più coesive, inoltre, si rileva anche una maggiore generatività d’impresa: il tasso di iscrizioni delle imprese è del 5,7% contro il 5,3% dei territori a minore presenza di imprese coesive). La capacità di creare relazioni solide con stakeholder, istituzioni e comunità si traduce in imprese più dinamiche, aperte all’innovazione e capaci di generare opportunità. Favorire la coesione significa, quindi, rafforzare la competitività dei territori e sostenere uno sviluppo più equo e duraturo”.
E’ quanto ha sottolineato Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, presentando il rapporto “Coesione è competizione”, di Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Unioncamere e Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne realizzato in collaborazione con AICCON e Ipsos.