La Banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo (*) contiene 316 indicatori (260 + 56 di genere) disponibili a livello regionale e sub regionale, per macroarea e per le aree obiettivo dei diversi cicli delle politiche di sviluppo rilasciati nell’ambito della rete Sistan. Le serie storiche, nella maggior parte dei casi, partono dal 1995 e arrivano fino all’ultimo anno disponibile.

In questo articolo vengono esaminati gli indicatori più significativi per il settore ambientale.

L’inquinamento dell’aria viene considerato problema centrale nell’ambito delle politiche ambientali nazionali e europee. Infatti, il riscaldamento globale dell’atmosfera è attribuito principalmente alle emissioni di anidride carbonica (CO2).

Le emissioni di gas serra (tonnellate di CO2 per 1.000 abitanti) rappresentano un indicatore utilizzato a livello europeo e nazionale per il monitoraggio della qualità dell’aria. In Umbria nel 2010 sono state rilasciate nell’atmosfera 9,9 tonnellate ogni 1.000 abitanti di CO2 (in Italia il valore è pari a 7,4 mentre nel Centro è pari al 7,2).

Cartogramma. Emissioni di gas serra. 2010

Grafico. Emissioni di gas serra. Umbria, Centro italia, Italia. Anni 2010 e 2015

In Umbria, nel 2017, il 4,4% di famiglie denunciano irregolarità nell’erogazione dell’acqua un valore inferiore a quello del Centro pari al 10,2% e a quello nazionale pari al 10,1%.

Cartogramma. Irregolarità nell’erogazione dell’acqua. 2017

Grafico. Irregolarità nell’erogazione dell’acqua. Umbria, Centro italia, Italia. Anni 2016 e 2017

L’Umbria conferma un alto livello di consumi di energia elettrica anche nel 2016, stabile rispetto al 2015, pari a 5,80 GHW per 1.000 abitanti, superiore al valore medio nazionale, pari al 4,88.

Cartogramma. Consumi di energia elettrica. 2016

Grafico. Consumi di energia elettrica. Umbria, Centro italia, Italia. Anni 2015 e 2016

Un indicatore importante volto a misurare i progressi realizzati nella direzione dello sviluppo sostenibile e del contenimento dei gas serra è rappresentato dall’incidenza della produzione da fonti rinnovabili sulla produzione totale di energia elettrica. L’energia prodotta fonti rinnovabili consente infatti di valutare quanto un paese o una regione riesca a valorizzare le proprie dotazioni naturali rinnovabili.

Sul fronte dei consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili, l’Umbria nel 2017 registra una diminuzione con un valore pari al 37,2% rispetto al 39,7% del 2016. Tale valore rimane comunque superiore sia a quello dell’Italia pari al 31,1% che a quello del Centro pari al 26,6%.
In Italia solo alcune regioni producono e sfruttano al meglio l’energia elettrica da fonti rinnovabili. Sia la Valle d’Aosta che il Trentino Alto Adige producono energia elettrica attraverso gli impianti idroelettrici da apporti naturali in quantità superiore ai loro consumi.
Per quanto riguarda il Centro, oltre all’Umbria la Toscana presenta buoni livelli di consumi (39,2%): in quest’ultima si hanno apporti naturali diversificati, unica regione italiana che produce energia geotermica, o in Regioni come Abruzzo, Calabria e Basilicata dove si ha un apporto di energia naturale da fonti diverse come l’eolico, l’idrico, il fotovoltaico e le biomasse – il consumo di energia elettrica coperto da apporti naturali è consistentemente più elevato.

Cartogramma. Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili. 2017

Grafico. Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili. Umbria, Centro italia, Italia. Anni 2016 e 2017

La raccolta differenziata, effettuata per le diverse frazioni merceologiche che costituiscono i rifiuti urbani, rappresenta un’operazione di primaria importanza ai fini del successivo avvio alle operazioni di recupero. Nel 2016 in Umbria il 57,6% (il 52,5% a livello nazionale) dei rifiuti urbani prodotti è avviato a raccolta differenziata.
Le regioni italiane presentano una situazione molto differenziata. Il Nord, con una quota di raccolta differenziata pari al 64,2% si mantiene ad un buon livello seguito dal Centro (48,6%) e il Mezzogiorno con una percentuale del 37,6%.

Cartogramma. Raccolta differenziata dei rifiuti urbani. 2016

Grafico. Raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Umbria, Centro italia, Italia. Anni 2015 e 2016

Il verde urbano nelle città (misurato dai metri quadri di verde urbano per abitante) svolge importanti funzioni di compensazione riguardo a quelli che sono gli effetti più negativi della pressione antropica sull’ambiente urbano.
Contribuisce a regolare il microclima cittadino ed attenuare i rumori, con un’azione positiva anche sull’inquinamento acustico. Infine, la presenza di verde soddisfa le esigenze ricreative e sociali della popolazione, contribuendo a migliorare la qualità della vita nelle città.
Nel 2016 i metri quadrati di verde urbano per abitante sono in Umbria mediamente 96,9 (31 in Italia). In questo indicatore la nostra regione è tra le regioni migliori insieme a Basilicata, Trentino Alto Adige e Calabria.

Cartogramma. Verde urbano. 2016

Grafico. Verde urbano. Umbria, Centro italia, Italia. Anni 2015 e 2016

FONTE: ISTAT

NOTE:
(*) La banca dati è uno dei prodotti previsti dalla nuova Convenzione stipulata tra Istat e il Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCoe) Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT), nell’ambito del progetto “Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di coesione 2014-2020” finanziato con il PON “Governance e capacità istituzionale 2014-2020”. Gli obiettivi principali della Banca dati sono di disporre di dati e indicatori territoriali aggiornati per osservare i risultati via via raggiunti dalle policy nei territori, supportare eventuali riprogrammazioni delle risorse e promuovere un dibattito pubblico informato.
Gli indicatori e i relativi dati di base sono consultabili per aree tematiche e per gli ambiti di riferimento della programmazione delle politiche di sviluppo, ovvero gli 11 Obiettivi tematici dell’Accordo di partenariato 2014-2020, le 10 Priorità del Quadro strategico nazionale (Qsn) 2007-2013 e i 6 Assi del Quadro comunitario di sostegno (Qcs) 2000-2006.