La Banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo (*) contiene 316 indicatori (260 + 56 di genere) disponibili a livello regionale e sub regionale, per macroarea e per le aree obiettivo dei diversi cicli delle politiche di sviluppo rilasciati nell’ambito della rete Sistan. Le serie storiche, nella maggior parte dei casi, partono dal 1995 e arrivano fino all’ultimo anno disponibile.
In questo articolo vengono esaminati gli indicatori più significativi per il settore della domanda culturale.
La spesa delle famiglie per ricreazione e cultura(1) rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall’Unione europea per la valutazione delle politiche per lo sviluppo delle condizioni di vita e del welfare nel lungo termine. L’Umbria nel 2016 nella spesa delle famiglie per ricreazione e cultura presenta un valore pari al 7,9 per cento della spesa complessiva in consumi finali, in aumento rispetto al valore del 2000 (6,6%) e superiore sia alla media italiana (7,1%) che a quella del Centro (7,0%).
Cartogramma. Spesa delle famiglie per consumi culturali. 2016
Grafico. Spesa delle famiglie per consumi culturali. Anni 2000 e 2016
Nella spesa per consumi finali della pubblica amministrazione per attività ricreative, culturali e di culto sulle spese totali della P.A. l’Umbria presenta nel 2016 un valore pari all’1,9%, in aumento rispetto al valore del 2015 (pari all’1,6%) ma inferiore al valore dell’Italia e del Centro (2,1%).
Cartogramma. Spesa per consumi finali della Pubblica Amministrazione per attività culturali. 2016
Grafico. Spesa per consumi finali della Pubblica Amministrazione per attività culturali. 2015 e 2016
Nell’indicatore indice di domanda culturale degli istituti statali(2) che rappresenta il numero di visitatori degli istituti statali di antichità e d’arte per chilometro quadrato, l’Umbria presenta nel 2017 un valore, che seppure in aumento rispetto al 2016, rimane non elevato e pari a circa 29 visitatori, ben lontano da quello medio italiano di 183 visitatori e da quello del Centro Italia con una media di circa 532 visitatori per istituto.
Cartogramma. Indice di domanda culturale degli istituti statali (numero visitatori per Kmq). 2017
Grafico. Indice di domanda culturale degli istituti statali (numero visitatori per Kmq). Anni 2016 e 2017
Nell’indicatore indice di domanda culturale degli istituti non statali, che rappresenta il numero medio di visitatori degli istituti di antichità e d’arte non statali per istituto(3) , l’Umbria nel 2017 presenta un valore pari a circa 7.840 unità, dato inferiore a quello nazionale pari a circa 15.000 unità e del Centro che registra un numero medio di visitatori di circa 17.800 unità; l’indicatore regionale rileva anche una moderata flessione media di circa 880 unità per istituto rispetto al 2015.
Cartogramma. Indice di domanda culturale degli istituti non statali (numero di visitatori in migliaia). 2017
Grafico. Indice di domanda culturale degli istituti non statali (numero di visitatori in migliaia). Anni 2011, 2015 e 2017
Nell’indicatore indice di domanda culturale del patrimonio statale, che rappresenta il numero di visitatori degli istituti di antichità e d’arte per istituto statale, l’Umbria nel 2017 presenta un valore pari a circa 19.100 unità, dato inferiore a quello nazionale che è pari a circa 101.000 unità e del Centro che registra un numero medio di visitatori di circa 165.200 unità; l’indicatore regionale rileva anche un lieve incremento di circa 500 unità in media per istituto rispetto al 2015.
Cartogramma.Indice di domanda culturale del patrimonio statale (numero di visitatori in migliaia). 2017
Grafico. Indice di domanda culturale del patrimonio statale (numero di visitatori in migliaia). Anni 2011, 2015 e 2017
FONTI: ISTAT, elaborazioni Istat su dati MIBACT e del Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia.
NOTE:
(*) La banca dati è uno dei prodotti previsti dalla nuova Convenzione stipulata tra Istat e il Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCoe) Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT), nell’ambito del progetto “Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di coesione 2014-2020” finanziato con il PON “Governance e capacità istituzionale 2014-2020”. Gli obiettivi principali della Banca dati sono di disporre di dati e indicatori territoriali aggiornati per osservare i risultati via via raggiunti dalle policy nei territori, supportare eventuali riprogrammazioni delle risorse e promuovere un dibattito pubblico informato.
Gli indicatori e i relativi dati di base sono consultabili per aree tematiche e per gli ambiti di riferimento della programmazione delle politiche di sviluppo, ovvero gli 11 Obiettivi tematici dell’Accordo di partenariato 2014-2020, le 10 Priorità del Quadro strategico nazionale (Qsn) 2007-2013 e i 6 Assi del Quadro comunitario di sostegno (Qcs) 2000-2006.
(1) Il settore “Ricreazione e Cultura” comprende, secondo la classificazione Ateco 2007 delle attività economiche, le seguenti divisioni: 59 – Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore; 60 – Attività di programmazione e trasmissione; 90 – Attività creative, artistiche e di intrattenimento; 91 – Attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali; 92 – Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco; 93 – Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento.
(2) I dati si riferiscono agli istituti aperti nell’anno. Dal 1999 sono inclusi nella rilevazione anche i circuiti museali; per circuito museale si intende l’insieme di più istituti e strutture museali (musei, gallerie, monumenti e scavi), il cui accesso è consentito al pubblico tramite l’acquisto di un unico biglietto d’ingresso cumulativo; i relativi visitatori sono contati una sola volta. Nel caso della Sicilia, che adotta una metodologia diversa per il computo del totale dei visitatori dei circuiti, è stata considerata la somma dei visitatori paganti e non paganti. La fonte dei dati della Sicilia è il Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia.
(3) L’indagine sugli istituti di antichità e d’arte e i luoghi della cultura non statali è una rilevazione a carattere censuario promossa dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo (DPS) del Ministero dello Sviluppo economico e condotta nel 2007 dall’Istituto nazionale di statistica in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni e le Province Autonome. L’indagine statistica sui musei, le aree archeologiche e i monumenti in Italia è stata replicata nel 2012 e nel 2016 tracciando un quadro complessivo non solo dei musei presenti in Italia, ma anche degli altri istituti similari a carattere museale pubblici o privati, statali e non statali. Per approfondimenti si rimanda a: http://www3.istat.it/dati/dataset/20090721_00/ , http://www.istat.it/it/archivio/105061 e https://www.istat.it/it/archivio/194402.
Costituiscono oggetto di rilevazione e di analisi tutti i musei e le altre strutture espositive non statali a carattere museale e con un’organizzazione autonoma delle attività di fruizione, che acquisiscono, conservano, ordinano ed espongono al pubblico beni e/o collezioni di interesse culturale. La rilevazione riguarda tutti gli istituti, sia pubblici che privati, con la sola esclusione di quelli statali che dipendono direttamente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tra gli istituti sono compresi le aree e i parchi archeologici, i monumenti, i complessi monumentali (ad esempio: orti botanici, giardini zoologici, acquari, riserve naturali, eco-parchi, ecc.); gli istituti che organizzano esclusivamente esposizioni temporanee e/o mostre non permanenti; le gallerie a scopo commerciale e altri istituti non destinati alla pubblica fruizione.