Come ogni anno, l’Istat ha condotto la Rilevazione sugli elementi identificativi, risorse e attività degli uffici di statistica del Sistan (Eup) con la quale, grazie alla collaborazione di tutti i soggetti del Sistema statistico nazionale, vengono raccolte informazioni sulla struttura e sulle attività del Sistan, come pure su eventuali criticità incontrate nel corso dell’anno. In continuità con l’edizione 2021, anche nell’edizione 2022, conclusa a marzo, è presente la sezione “Smart working e impatto Covid-19”. Inoltre, sono state inserite alcune domande volte a rilevare le eventuali implicazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per i soggetti del Sistan e, da un primo esame dei risultati, si evince che circa il 10% degli uffici di statistica degli enti di maggior rilievo, in particolare il 50% delle Regioni e Province Autonome e il 41,2% dei Ministeri, è già stato o sarà coinvolto direttamente o indirettamente in attività inerenti al PNRR, principalmente nella produzione e monitoraggio di indicatori di outcome (52%), previsione di acquisizione hardware e/o software (28,0%), assunzione di esperti a tempo determinato o reperimento consulenti esterni (14,6%).
Si conferma che la larghissima parte dei 3.332 uffici Sistan è costituita presso i Comuni (quasi il 90%), seguiti da Prefetture (3%), Camere di commercio (2,2%), Province (2,0%) e altre tipologie di amministrazione (4,1%).
Si segnala un lieve aumento degli addetti alla statistica pubblica (+0,2% rispetto al 2020) che sono complessivamente 8.576. Gli uffici sono generalmente di piccole dimensioni, con un numero medio di addetti pari a 2,6, rimandando l’immagine di una dotazione che rischia di essere insufficiente a lanciare iniziative autonome e talvolta anche di rispondere efficacemente al fabbisogno di informazioni statistiche delle amministrazioni. Considerando solo gli enti e amministrazioni pubbliche centrali si riscontrano uffici di dimensioni sensibilmente maggiori, con un numero medio di addetti intorno a 14.
La composizione per età vede una ridottissima quota di giovani: gli addetti con meno di 30 anni sono appena il 2% mentre quelli con almeno 60 anni di età superano il 20%. Anche come effetto delle caratteristiche anagrafiche, l’occupazione risulta piuttosto stabile, con il 93,5% degli addetti che opera con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
La rilevanza della funzione statistica nell’amministrazione emerge anche dall’assetto organizzativo, e dunque è significativo osservare che il 28% dei responsabili degli uffici di statistica non ha un incarico formale e circa la stessa quota ha un contratto a tempo determinato. Solo il 60,3% possiede una laurea o un titolo post-laurea, non sempre nelle discipline più attinenti all’attività statistica, e una minoranza ha avuto precedenti attività professionali attinenti alla funzione statistica: il 39,5% ha diretto l’ufficio di statistica di un’altra amministrazione o è stato responsabile di strutture organizzative con competenze statistiche, il 36,7% ha avuto incarichi di coordinamento e realizzazione di indagini statistiche, il 13,2% è stato responsabile dell’organizzazione di corsi di qualificazione in materie statistiche e il 4,6% ha curato pubblicazioni statistiche.
Dai dati raccolti emerge il diffuso ritorno al lavoro in presenza rispetto all’anno precedente. Nonostante il perdurare delle criticità legate alla pandemia, infatti, nel quarto trimestre del 2021 il personale dell’84% degli uffici ha lavorato in presenza, con un aumento del 38,6% rispetto al quarto trimestre del 2020, mentre il ricorso al lavoro agile totale è stato solo nello 0,4% dei casi e misto nel 15,6%.
I risultati della rilevazione Eup saranno illustrati più estesamente nella Relazione al Parlamento e in uno specifico rapporto di analisi pubblicato sul portale del Sistan, ma già queste prime informazioni mostrano una buona tenuta da parte del Sistema, anche in un periodo di emergenza, e un forte senso di appartenenza, che si riflette nell’elevatissimo tasso di risposta (98,2%). Tuttavia, persistono alcune criticità già segnalate in passato, come la limitata qualificazione degli operatori della statistica ufficiale, la scarsa dotazione di risorse umane e la fragilità organizzativa di molte realtà del Sistema. Sul versante dei Comuni, in particolare, appare urgente garantire dimensioni minime degli uffici di statistica per un’efficiente organizzazione delle attività, ricordando che le disposizioni di legge prevedono già l’esercizio obbligatorio della funzione statistica in forma associata per i Comuni fino a 5.000 abitanti e coinvolgono significativamente anche le Città metropolitane e le Province con funzioni di supporto agli enti locali.