1. ALCUNE DINAMICHE REGIONALI

L’Umbria, con i suoi 887 mila di abitanti (media annua) nel 2017, è una delle regioni meno popolose del Paese ed i suoi abitanti rappresentano il 2,2 per cento dei residenti nell’intero Centro-Nord. Negli ultimi tre anni, come mostrano i tassi di variazione in Figura 1, il numero di abitanti nella regione diminuisce, in linea con quanto accade nel Centro-Nord e Mezzogiorno, ma in maniera più accentuata rispetto alle due macro aree del Paese (nel 2017 -0,4 per cento nella regione e -0,05 per cento nel Centro-Nord e -0,3 nel Mezzogiorno).

Nel 2017 il Prodotto Interno Lordo (PIL) della regione è pari a 21.572 milioni di euro a prezzi correnti, corrispondente all’1,6 per cento del totale Centro-Nord. Il PIL pro capite in termini reali ammonta nello stesso anno a 22.570 euro (cfr. Figura 2), contro i 31.103 del Centro-Nord e i 17.356 del Mezzogiorno, e si attesta per tutto il periodo considerato su livelli inferiori a quelli della macro area di riferimento. Nell’ultimo anno l’aggregato cresce in maniera meno consistente nella regione rispetto alla macro area (+0,4 per cento in Umbria e +1,8 per cento nell’intero Centro-Nord).

2. I FLUSSI DI ENTRATA DEL SETTORE PUBBLICO ALLARGATO

Nel 2017 le entrate del Settore Pubblico Allargato (SPA) nella regione Umbria ammontano, in termini reali, a 13.826 milioni di euro, pari all’1,8 per cento del Centro-Nord, e corrispondono a 15.592 euro pro capite. Le entrate per abitante nella regione si mantengono costantemente al di sotto rispetto a quelle dell’intero Centro-Nord, sebbene la dinamica risulti molto simile a quella della macro area (cfr. Figura 3). Dopo il decremento del 2016, le entrate tornano a crescere nel 2017, con un incremento del 5,4 per cento, molto più consistente rispetto a quello a cui si assiste e due macro aree (+2,1 per cento nel Centro-Nord e +0,2 per cento nel Mezzogiorno). In Umbria l’incremento del 2017 è attribuibile principalmente alle maggiori entrate di Cassa Depositi e Prestiti e dello Stato.

Nel 2017 il 51,7 per cento delle entrate pubbliche in Umbria è composto da Tributi propri, pari a 8.065 euro per abitante, in leggero incremento rispetto all’anno precedente (cfr. Figura 4). Seguono i Contributi sociali (21,1 per cento), la Vendita di beni e servizi (16,6 per cento) e le Altre entrate (10,6 per cento), che aumentano molto tra il 2016 e il 2017, principalmente per i maggiori redditi da capitale di Cassa Depositi e Prestiti. La distribuzione delle entrate nella regione è simile a quella relativa all’intero Centro-Nord, dove però tutte le voci di entrata registrano valori più elevati, in linea con quanto visto in Figura 3.

La Pressione fiscale (La Pressione fiscale per regione è calcolata come: (Tributi propri + Contributi sociali) / PIL regionale) in Umbria presenta una andamento in costante crescita nel periodo considerato (cfr. Figura 5), con valori al di sotto del Centro-Nord fino al 2009, ma che superano quelli della macro area dal 2010 in poi. Nel 2017 l’indicatore cresce rispetto al 2016, raggiungendo un picco di massimo assoluto pari a 50,3 punti percentuali, soprattutto per via dell’incremento della componente di entrata. Nelle due macro aree la Pressione fiscale registra invece nell’ultimo anno valori molto più contenuti di quelli della regione (46,4 per cento nel Centro-Nord e 47,5 per cento nel Mezzogiorno).

3. I FLUSSI DI SPESA DEL SETTORE PUBBLICO ALLARGATO

Nel 2017 la spesa totale (Si fa riferimento alla spesa pubblica al netto degli interessi (spesa primaria) e delle partite finanziarie) del Settore Pubblico Allargato nella regione Umbria, in termini reali, ammonta a 11.929 milioni di euro (pari al 2,0 per cento del Centro-Nord), corrispondenti a 13.452 euro pro capite. La spesa per abitante si presenta, a partire dal 2004, costantemente in decrescita, con valori che si discostano sempre più da quelli del Centro-Nord, pur mantenendo una dinamica piuttosto simile (cfr. Figura 6). Nel 2017 si assiste ad un incremento della spesa pubblica nella regione dello 0,9 per cento, leggermente meno accentuato rispetto a quello del Centro-Nord (1,6 per cento).

Nel 2017 il 93,1 per cento della spesa pubblica nella regione è di natura corrente (12.520 euro pro capite), mentre solo il 6,9 per cento è composto da spese in conto capitale (932 euro pro capite). Le due tipologie di spesa hanno in serie dinamiche molto differenti (cfr. Figure 7 e 9). Relativamente alla parte corrente, la regione presenta valori sempre al di sotto del Centro-Nord, in lieve flessione a partire dal 2009. Nel 2017 l’aggregato aumenta dell’1,6 per cento, in linea con quanto accade nel Centro-Nord, dove però la spesa corrente cresce del 2,0 per cento. In particolare, la ripresa della spesa corrente in Umbria nell’ultimo anno è attribuibile soprattutto agli Enti di Previdenza.

Nel 2017 quasi la metà della spesa corrente in Umbria è composta da Trasferimenti a famiglie e istituzioni sociali (47,9 per cento), pari a 5.999 euro per abitante. Seguono l’Acquisto di beni e servizi, che copre una quota del 21,2 per cento del totale corrente (2.651 euro pro capite), le Spese di personale (16,5 per cento) e le Altre spese correnti (14,4 per cento). Il modello della regione si discosta da quello del Centro-Nord per l’incidenza molto minore, sia in termini pro capite che di quota, dell’Acquisto di beni e servizi (cfr. Figura 8). La stessa evidenza emerge per le Altre spese correnti, sebbene in questo caso il divario tra le due aree sia molto meno accentuato. Tra il 2016 e il 2017 non si rilevano variazioni significative, ma solo un lieve incremento delle prime due voci di spesa.

Ad eccezione dei primissimi anni della serie, la spesa in conto capitale per abitante in Umbria risulta in costante flessione per tutto il periodo, con valori che inizialmente si trovano nettamente al di sopra di quello delle due macro aree, mentre a partire dal 2009 scendono al di sotto di quelli del Centro-Nord e, negli ultimi anni della serie, anche del Mezzogiorno (cfr. Figura 9). Nel 2017 si conferma il trend negativo in corso, con un decremento nella regione del 7,3 per cento attribuibile principalmente ai minori investimenti dei Comuni e di ANAS (Centro-Nord -4,1 per cento).

Riguardo alle componenti della spesa in conto capitale nella regione (cfr. Figura 10), nel 2017 il 53,1 per cento è rappresentato dagli Investimenti (495 euro pro capite) ed il restante 46,9 per cento dai Trasferimenti in conto capitale a famiglie e imprese (437 euro pro capite). In termini pro capite, i Trasferimenti rimangono stabili rispetto al 2016, mentre gli Investimenti subiscono un calo del 12,4 per cento, che, come visto, è imputabile ad ANAS e ai Comuni; questi ultimi rimangono comunque i principali investitori sul territorio insieme a Ferrovie dello Stato Italiane SpA. Il Gestore dei Servizi Energetici – GSE SpA risulta invece il primo erogatore di trasferimenti nella regione (In particolare, si tratta di incentivi alle imprese private nel campo dell’energia rinnovabile). Nel Centro-Nord gli Investimenti risultano più elevati che nella regione, mentre la situazione opposta si verifica per i Trasferimenti.

4. LA DISTRIBUZIONE DELLA SPESA PER SETTORE

Nel 2017, in Umbria, il Settore Pubblico Allargato ha speso 5.555 euro per abitante nel settore pensionistico (Previdenza e Integrazioni Salariali), equivalenti al 41,3 per cento della spesa totale. In questo comparto la spesa nell’intero Centro-Nord risulta minore di quella della regione, sia in termini pro capite che in termini di quota (cfr. Tabella 1). Seguono le spese per Sanità e Amministrazione Generale, in gran parte di natura corrente. Molto bassa rispetto alla macro area risulta la spesa in Energia, principalmente per effetto della ridotta presenza di ENI sul territorio umbro.

Tra i settori più significativi in Umbria, in termini di spesa del Settore Pubblico Allargato comparata con Centro-Nord e Mezzogiorno, l’Agricoltura comprende tutte le attività connesse allo sviluppo del settore e allo sviluppo rurale, incluse la tutela e la bonifica dei terreni agricoli, la creazione dei dispositivi di controllo per le inondazioni, dei sistemi di irrigazione e drenaggio, il supporto a programmi volti a stabilizzare o migliorare prezzi e prodotti agricoli, il supporto alla zootecnia e all’attività fitosanitaria, ecc. La distanza tra la spesa nel settore nella regione e nelle due macro aree è elevato: nel 2017 in Umbria è pari a 114 euro, contro i 44 euro del Centro-Nord e i 47 euro del Mezzogiorno. Il principali soggetti del SPA ad operare nel settore agricolo in Umbria sono due società cooperative agricole, Molini Popolari Riuniti, seguita da Agricooper. Per descrivere il posizionamento relativo della regione nel settore rispetto alle due macro aree possono essere usati alcuni indicatori fisici, quali ad esempio il rapporto tra superficie irrigata o irrigabile e il totale della superficie agricola, la produttività dei terreni agricoli e la produttività del lavoro nel settore (cfr. Figura 11). Tali indicatori danno segnali di una minore efficienza della regione in tale settore rispetto al Centro-Nord, ma anche rispetto al Mezzogiorno.

5. LA DISTRIBUZIONE DELLA SPESA PER SOGGETTI EROGATORI

Sia nel 2016 che nel 2017, le Amministrazioni Centrali spendono in Umbria il 64,4 per cento della spesa del SPA, pari nell’ultimo anno a 8.662 euro pro capite. Nonostante il peso della categoria rimanga lo stesso rispetto al 2016, in termini pro capite il valore aumenta nell’ultimo anno per effetto della maggiore spesa pensionistica erogata dagli Enti di previdenza. Nella macro area di riferimento tutte le voci di spesa si attestano su livelli superiori a quelli della regione, con uno scostamento abbastanza significativo per le Imprese pubbliche, sia nazionali che locali (cfr. Figura 12). In particolare, le Imprese pubbliche nazionali spendono in Umbria 1.303 euro per abitante nel 2017 (9,7 per cento della spesa totale), a fronte di una spesa di 2.142 euro pro capite nell’intero Centro-Nord (14,0 per cento), e lo scostamento è imputabile alla scarsa presenza di ENI sul territorio, come già visto in Tabella 1.

Nel 2017 le Imprese pubbliche locali spendono il 4,9 per cento della spesa pubblica complessiva (7,2 per cento nel Centro-Nord), con un ammontare pari a 656 euro pro capite.

La Tabella 2 mostra le cinque principali imprese per livello di spesa che compongono questa categoria di soggetti, con evidenza dei relativi settori di attività e del peso percentuale della spesa effettuata nell’ultimo triennio sul totale del comparto.

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