Anche nell’anno 2015 prosegue l’andamento decrescente per le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato: in Umbria il numero di imprese per mille abitanti scende a 62,9 (era 63,4 nell’anno precedente e 70 nel 2007): un trend perfettamente in linea con il dato nazionale (60,2 nel 2015, 60,7 nel 2014 e 66,1 nel 2007).
Grafico. Imprese per 1.000 abitanti
La dimensione media in termini di addetti per impresa registra il dato di 3,5 unità nel 2015, un valore inferiore a quello nazionale e a quello del Centro Italia (3,9); inoltre viene confermato il trend negativo dal 2004 (erano 4 unità in Umbria, 4,5 nel Centro e 4,3 in Italia).
Grafico. Addetti per impresa
Si conferma la forte vocazione imprenditoriale dei lavoratori indipendenti: il dato in Umbria (34,9% nel 2015) è in continuo aumento dal 2012 ed è in decisa controtendenza rispetto a quello nazionale (29,4%) e a quello delle regioni centrali (28,6%).
Grafico. Lavoratori indipendenti
Quanto al tasso di natalità delle imprese in Umbria, anche se moderatamente, si assiste a un incremento costante dal 2010 ad oggi (da 6,0% a 6,8% nel 2015), un trend confermato anche a livello nazionale e nelle regioni del Centro Italia. Il tasso di mortalità delle imprese in Umbria rimane stabile dal 2014 al 2015 in Umbria (8,3%), dopo aver registrato regolari incrementi annuali dal 2004 (era 6,4%); nel 2015 lo stesso dato si attesta al 9,4% per le regioni centrali e all’8,9% come dato nazionale.
Grafico. Tasso di natalità delle imprese
Grafico. Tasso di mortalità delle imprese
In riferimento al grado di dinamicità del sistema economico e al grado di resistenza delle nuove iniziative nei mercati di competenza, l’indicatore di turnover lordo riprende a crescere in Umbria (15,1%), come nel Centro Italia (17,2%) dopo la pausa del 2014, mentre il tasso di sopravvivenza delle imprese a cinque anni dalla nascita cala per il terzo anno consecutivo e si attesta in Umbria nel 2015 al 44,9%, allineandosi al trend delle regioni centrali (42,6%) e al dato nazionale (44,0%).
Grafico. Turnover lordo delle imprese
Nell’ambito delle analisi delle istituzioni pubbliche è interessante valutare il rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione residente che in Umbria risulta in lieve diminuzione tra il 2011 e il 2015 (dal 5,2% al 5,1%), così come nelle regioni centrali e in generale in Italia. Infine negli organi di vertice delle istituzioni in Umbria la quota femminile raggiunge nel 2015 appena il 17%, dato comunque superiore a quello registrato nelle regioni del Centro Italia (13,6%) e a quello nazionale (14,4%). In generale la quota di personale dipendente nelle istituzioni pubbliche è pari in Umbria a 5,1 unità con una quota femminile di 3,3 uità, dato in linea con quello delle regioni centrali, ma superiore a quello nazionale (4,6 unità e 3,0 unità la quota femminile).
Grafico. Personale dipendente delle istituzioni pubbliche
GLOSSARIO INDICATORI:
Addetti per impresa: il numero di addetti per impresa rappresenta una misura di sintesi della grandezza media delle realtà produttive di un sistema economico. Il totale degli addetti di un’impresa è costituito dal numero di lavoratori indipendenti e dipendenti con contratto di lavoro subordinato, mediamente presenti nell’impresa nell’anno di riferimento. Per l’Italia si utilizzano i dati del Registro statistico delle imprese attive relativi agli stessi settori delle statistiche strutturali europee, che escludono le unità statistiche dell’agricoltura, dei servizi finanziari, di quelli alle persone e del settore non profit. I dati pubblicati da Eurostat, armonizzati per rendere possibile il confronto tra paesi, potrebbero differire da quelli pubblicati a livello nazionale.
Imprese per 1.000 abitanti: l’unità statistica “impresa” secondo la definizione del Regolamento europeo n. 696 del 1993 è rappresentata dalla più piccola combinazione di unità giuridiche costituente un’entità organizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce di una certa autonomia decisionale. Un’impresa esercita una o più attività in un unico luogo, unilocalizzata, o in più luoghi, plurilocalizzata. L’analisi svolta si riferisce alle imprese dei settori dell’industria e dei servizi alle imprese. Per l’Italia si utilizzano i dati del Registro statistico delle imprese attive relativi agli stessi settori delle statistiche strutturali europee, che escludono le unità statistiche dell’agricoltura, dei servizi finanziari, di quelli alle persone e del settore non profit. I dati pubblicati da Eurostat, armonizzati per rendere possibile il confronto tra paesi, potrebbero differire da quelli pubblicati a livello nazionale.
Lavoratori indipendenti: il lavoratore indipendente si distingue dal lavoratore dipendente (c.d. lavoratore subordinato) per il grado di autonomia decisionale e per l’assunzione di responsabilità. Egli coordina gli impieghi produttivi proponendosi il raggiungimento di un fine aziendale, che di solito è il profitto. Lavoratori indipendenti sono gli imprenditori, i lavoratori autonomi, i professionisti, i coadiuvanti familiari e i cooperatori, nel caso di società cooperative. Dal calcolo si escludono le forme contrattuali atipiche (ad esempio le collaborazioni a progetto) in quanto contemplano caratteristiche sia di lavoro autonomo, sia di lavoro subordinato. Per l’Italia si utilizzano i dati del Registro statistico delle imprese attive relativi agli stessi settori delle statistiche strutturali europee. I dati pubblicati da Eurostat, armonizzati per rendere possibile il confronto tra paesi, potrebbero differire da quelli pubblicati a livello nazionale.
Organi di vertice nelle Istituzioni pubbliche: organo al quale è affidata la titolarità della legale rappresentanza di un’istituzione pubblica.
Personale dipendente nelle Istituzioni pubbliche: il personale dipendente in servizio presso le istituzioni pubbliche è il personale dipendente, a tempo indeterminato o determinato, impegnato all’interno dell’istituzione pubblica, a prescindere da quella di appartenenza; pertanto è escluso il personale comandato o distaccato presso altre amministrazioni ed è incluso il personale comandato o distaccato proveniente da altre amministrazioni.
Tasso di mortalità delle imprese: il tasso di mortalità delle imprese è dato dal rapporto percentuale tra numero di imprese cessate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nello stesso anno. I dati relativi alle nascite e alle cessazioni di imprese sono stimati seguendo standard comuni a livello europeo. Infatti non tutte le nuove imprese sono tali dal punto di vista statistico e lo stesso accade per le cessazioni. In particolare è escluso dalla demografia di impresa il cosiddetto rumore amministrativo, ossia tutte le variazioni giuridiche che riguardano le unità di impresa, senza che sotto il profilo statistico sia pregiudicata la continuità dell’attività.
Tasso di natalità delle imprese: il tasso di natalità delle imprese è dato dal rapporto percentuale tra numero di imprese nate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nello stesso anno. I dati relativi alle nascite e alle cessazioni di imprese sono stimati seguendo standard comuni a livello europeo. Infatti non tutte le nuove imprese sono tali dal punto di vista statistico e lo stesso accade per le cessazioni. In particolare è escluso dalla demografia di impresa il cosiddetto rumore amministrativo, ossia tutte le variazioni giuridiche che riguardano le unità di impresa, senza che sotto il profilo statistico sia pregiudicata la continuità dell’attività.
Tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni: il tasso di sopravvivenza è pari al numero di imprese ancora in vita dopo un certo numero di anni sul totale della coorte di nate nell’anno di riferimento. Qui si è utilizzato il tasso di sopravvivenza a cinque anni. I dati relativi alle nascite e alle cessazioni di imprese sono stimati seguendo standard comuni a livello europeo. Infatti non tutte le nuove imprese sono tali dal punto di vista statistico e lo stesso accade per le cessazioni. In particolare è escluso dalla demografia di impresa il cosiddetto rumore amministrativo, ossia tutte le variazioni giuridiche che riguardano le unità di impresa, senza che sotto il profilo statistico sia pregiudicata la continuità dell’attività.
Turnover lordo di imprese: il tasso di natalità (mortalità) delle imprese è dato dal rapporto percentuale tra numero di imprese nate (cessate) nell’anno t e la popolazione di imprese attive nello stesso anno. Il turnover lordo è pari alla somma del tasso di mortalità e di natalità. I dati relativi alle nascite e alle cessazioni di imprese sono stimati seguendo standard comuni a livello europeo. Infatti non tutte le nuove imprese sono tali dal punto di vista statistico e lo stesso accade per le cessazioni. In particolare è escluso dalla demografia di impresa il cosiddetto rumore amministrativo, ossia tutte le variazioni giuridiche che riguardano le unità di impresa, senza che sotto il profilo statistico sia pregiudicata la continuità dell’attività.
FONTI:
Istat, Noi Italia
Istat, Risultati economici delle imprese – Anno 2015, Comunicato stampa, 2 novembre 2017
Istat, Demografia d’impresa – Anni 2010-2015, Comunicato stampa, 24 agosto 2017
Istat, Censimento permanente delle istituzioni pubbliche: primi risultati – Anno 2015, Comunicato stampa, 14 giugno 2017