Il costo del lavoro nei NUTS Europa sembra ripartirsi tra Europa Orientale e Occidentale, dove registra i valori più alti della media europea. Ci sono alcune eccezioni: Italia meridionale, Portogallo, Spagna e Grecia, e alcune regioni del Regno Unito.
I dati, riferiti al 2016, sono di fonte Eurostat, che li definisce come “hourly compensation of employees” e si riferiscono solo ai lavoratori dipendenti senza specificare se si tratta di contratti a tempo determinato o meno.
Come riporta il Sole 24 Ore, che ha elaborato questi dati nel portale “InfoData”, l’istituto europeo di statistica definisce questo indicatore come la media dei soldi che vengono versati ai dipendenti per ogni ora lavorata, sia come salario che come contributi. Infodata ha quindi incrociato i dati relativi al totale delle somme versate nel corso dell’anno con il totale delle ore lavorate per calcolare il costo orario del lavoro nelle singole regioni europee.
La media europea calcolata indica che ogni dipendente riceve, per ogni ora trascorsa sul posto di lavoro, uno stipendio lordo di 22,68 euro. Su base regionale, però, la differenza è molto ampia. Ad esempio si va dalla capitale belga, Bruxelles, dove la somma è di 44 euro l’ora, ad alcune zone della Bulgaria nelle quali non si arriva a 4 euro.
L’Italia è, divisa in due. Si va dalla provincia di Bolzano, dove il costo del lavoro è pari in media a 25,76 euro l’ora, alla Calabria, dove si arresta a 18,3 euro. Più in generale, il Nord è agganciato al resto dell’Europa occidentale, mentre il centro Sud è scivolato verso l’Europa dell’Est. Fa eccezione il Lazio, dove la retribuzione oraria lorda è di 23,27 euro, una sessantina di centesimi in più rispetto alla media europea. L’Umbria, con 21,01 €/h si colloca in linea con le regioni meridionali.
FONTI: Eurostat, Hourly compensation of employees, 2016
ELABORAZIONE DATI: Infodata, Il Sole 24 Ore