Gli ingressi agli eventi di spettacolo, intrattenimento e sport per 100 abitanti, nei tre ambiti territoriali considerati, tra il 2018 e il 2022, hanno un andamento simile, caratterizzato dal valore massimo registrato nel 2019 (Umbria 426,1, Italia 412,5, Centro 487) e dalla drastica flessione nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19 (Umbria 124,2, Italia 113,1, Centro 132,7). Nel 2021 l’indicatore è stabile, mentre nel 2022 si registra un parziale recupero. La spezzata della ripartizione Centro si situa al di sopra di quella umbra e di quella dell’Italia.

Grafico 1 – Domanda di spettacolo, intrattenimento e sport (1). Umbria, Centro e Italia. Anni 2018-2022, (ingressi a eventi di spettacolo e sport per 100 abitanti).

(1). I dati fanno riferimento agli ingressi con biglietto o in abbonamento venduti agli eventi di spettacolo rilevati dalla Siae comprensivi di: spettacoli cinematografici, spettacoli teatrali, concertistici, ballo e intrattenimento musicale, spettacolo viaggiante (attrazioni itineranti), parchi (parchi da divertimento), mostre e fiere, manifestazioni all’aperto e manifestazioni sportive.

Fonte: Istat, elaborazione su dati SIAE

Circoscrivendo l’analisi ai soli ingressi a eventi di spettacolo cinematografico per 100 abitanti, le curve che descrivono l’andamento dell’indicatore in Umbria, al Centro e in Italia, tra il 2018 e il 2022, fanno segnare, come per il precedente indicatore, il massimo nel 2019 (Umbria 186,8, Italia 174,9, Centro 210,8) e il minimo nel 2021 (Umbria 50, Italia 45,2, Centro 53,8). Questo valore deriva dalla brusca flessione nel 2020, a causa della pandemia. Nei tre ambiti territoriali considerati, tuttavia, il recupero della domanda di spettacolo cinematografico, nel 2022, è molto più ridotto di quello del precedente indicatore.

Grafico 2 – Domanda di spettacolo cinematografico (2). Umbria, Centro e Italia. Anni 2018-2022, (ingressi a eventi di spettacolo cinematografico per 100 abitanti).

(2). I dati fanno riferimento agli ingressi con biglietto o in abbonamento venduti agli spettacoli cinematografici.

Fonte: Istat, elaborazione su dati SIAE

L’andamento delle curve dell’Umbria, del Centro e dell’Italia – relative agli ingressi nei comuni dell’Area Interna (3) a eventi di spettacolo e sport per 100 abitanti – ancora una volta, risente dell’effetto pandemico, il massimo sempre nel 2019 (Umbria 220, Italia 169,7). La principale differenza rispetto ai precedenti indicatori è l’accentuazione del vantaggio umbro sul dato medio nazionale, massima nel 2022 (70,7 punti, ovvero 188,1 contro 117,4).

Grafico 3 – Domanda di spettacolo, intrattenimento e sport nei comuni situati in Area Interna. Umbria, Centro e Italia. Anni 2018-2022, (ingressi, nei comuni dell’Area interna, a eventi di spettacolo e sport per 100 abitanti).

(3). I comuni situati in Area Interna sono quelli distanti dai servizi essenziali, in particolare, dai servizi scolastici, sanitari e di trasporto ferroviario. Sono classificati secondo la Mappa delle Aree Interne aggiornata dall’Istat per il ciclo di programmazione 2021-2027, rientrano nella classificazione: (D) Intermedio, (E) Periferico ed (F) Ultra-periferico.

Fonte: Istat, elaborazione su dati SIAE

Nella ripartizione Centro e in Italia, tra il 2012 e il 2019, la spesa media pro-capite del pubblico per spettacoli teatrali e musicali è in ascesa (nel Centro da 17,1 euro nel 2012 a 23,7 nel 2019; in Italia da 13,1 euro a 18,4 nel 2019). La curva dell’Umbria, che si situa al di sotto di quella nazionale (a sua volta sovrastata da quella del Centro), dopo una flessione tra il 2012 e il 2014, fa registrare un incremento fino al 2016 (12 euro, massimo). Nel 2020 si manifesta l’effetto della pandemia da Covid-19 e si registrano i valori minimi (Umbria 2 euro, Centro 4€, Italia 3,1€) e le differenze territoriali si assottigliano notevolmente. Nel 2021 si osserva una timida ripresa mentre il vero recupero si manifesta nel 2022, quando in Italia risulta superato il livello prepandemico.

Grafico 4 – Spesa media pro-capite (4) del pubblico (5) per spettacoli teatrali e musicali (in euro). Umbria, Centro e Italia. Anni 2012-2022.

(4). I valori sono stati deflazionati utilizzando l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.

(5). La “spesa del pubblico” ricomprende la spesa al botteghino e le altre spese sostenute dal pubblico che siano strettamente funzionali alla fruizione dello spettacolo (es. le consumazioni nel settore ballo e intrattenimenti musicali). A partire dal 2021, SIAE non tratta più le spese accessorie se non connotano la partecipazione del pubblico all’evento.

Fonte: Istat, elaborazione su dati SIAE

Osservando il grafico 5, emerge come il numero di visitatori di musei statali e non statali per istituto, tra il 2017 e il 2022, nella ripartizione Centro è più elevato di quello medio nazionale e in misura maggiore di quello umbro. Il divario positivo è più marcato nel periodo prepandemico. Nel dettaglio, nel Centro e in Italia, tra il 2017 e il 2019, si registra un incremento dell’indicatore; nel 2019 raggiunge il massimo (43,8 migliaia di visitatori per istituto nel Centro e 26,6 in Italia). In Umbria, invece, si rileva un decremento già dal 2018, portando l’indicatore al valore minimo nel 2020. Da notare che, in Umbria, la flessione dell’indicatore, causata dall’evento pandemico, pur rilevante, è meno sostenuta di quella del Centro e di quella nazionale. Nel 2022, nel Centro e in Italia, si assiste comunque a un buon recupero dei valori dell’indicatore. In Umbria, la variazione positiva, distribuita tra il 2021 e il 2022, porta l’indicatore, in quest’ultimo anno, a superare il valore del 2019 (12,2 migliaia di visitatori per istituto contro 8,7).

Grafico 5 – Indice di domanda culturale dei musei e istituti similari statali (6) e non statali (7). Umbria, Centro e Italia. Anni 2017-2022, (numero di visitatori dei musei e istituti similari statali e non statali per istituto, valori in migliaia).

(6). Ai fini dell’indagine si definisce come “museo/istituto statale”: “una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui è responsabile il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact); è aperta al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”.

(7). Si intende invece per “museo/istituto non statale”: una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui sono responsabili soggetti pubblici diversi dal Mibact o soggetti privati (profit e no profit).

Fonte: Istat, database “Indicatori territoriali per le Politiche di sviluppo”

https://www.istat.it/it/archivio/16777

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