Indicatori demografici.

La popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2018 scende a 60 milioni e 494mila unità, segnando una diminuzione dell’1,6 per mille (residenti rispetto all’anno precedente).

Per quanto riguarda l’Umbria la popolazione al 1 gennaio 2018 scende a quota 884 mila e 200 unità rispetto all’anno precedente (889 mila e 900), registrando una diminuzione più consistente (-5,3 per mille residenti) rispetto al dato nazionale e risulta essere quarta regione con il calo più consistente. Nel complesso, pertanto, la popolazione umbra diminuisce di 5 mila e 700 unità.

POPOLAZIONE (IN MIGLIAIA) e TASSO DI VARIAZIONE DELLA POPOLAZIONE
Fonte dati: ISTAT
Regione Popolazione iniziale al 1 gennaio 2017 Popolazione finale al 1 gennaio 2018* Tasso di variazione della popolazione ‰
Piemonte 4.392,50 4.375,60 -3,8
Valle d’Aosta 126,90 126,30 -4,7
Lombardia 10.019,20 10.039,90 2,1
Trentino A.A. 1.062,90 1.067,70 4,5
Veneto 4.907,50 4.903,50 -0,8
Friuli V.G. 1.217,90 1.214,80 -2,5
Liguria 1.565,30 1.557,80 -4,8
Emilia Rom. 4.448,80 4.452,20 0,8
Toscana 3.742,40 3.740,70 -0,5
Umbria 888,90 884,20 -5,3
Marche 1.538,10 1.531,10 -4,6
Lazio 5.898,10 5.900,80 0,5
Abruzzo 1.322,20 1.315,80 -4,8
Molise 310,40 308,40 -6,4
Campania 5.839,10 5.826,70 -2,1
Puglia 4.063,90 4.049,30 -3,6
Basilicata 570,40 567,10 -5,8
Calabria 1.965,10 1.957,10 -4,1
Sicilia 5.056,60 5.027,70 -5,7
Sardegna 1.653,10 1.648,30 -2,9
ITALIA 60.589,40 60.494,80 -1,6
*stima per mille residenti
Elaborazioni del Servizio Controllo strategico e Ufficio regionale di statistica su dati Istat

In Italia il saldo migratorio con l’estero è positivo e pari a 184mila unità. Nel 2017 si stima un sostanziale pareggio di bilancio tra il saldo naturale (nascite-decessi) (-183mila unità) e il saldo migratorio con l’estero (+184mila).

Il saldo naturale (nascite-decessi) in Umbria è negati e pari a – 4 mila 700 unità. In Umbria il saldo migratorio con l’estero ossia il differenziale tra immigrazione ed immigrazione è in attivo e pari a 2 mila e 500 unità. Le migrazioni interne presentano un segno negativo in tutte le regioni del Mezzogiorno. Ne traggono vantaggio le regioni del Centro-nord, con l’esclusione di Umbria e Marche che, al contrario, presentano saldi migratori interni negativi (-0,9 per mille).

 

ALCUNE COMPONENTI DEL BILANCIO DEMOGRAFICO. Anno 2017, dati in migliaia, stime
Fonte dati: ISTAT, 2017
Regione Saldo naturale Saldo migratorio con l’estero Saldo migratorio interno
Piemonte  -21,2  14,3  0,7
Valle d’Aosta  -0,5  0,3  0,0
Lombardia  -19,2  35,7  14,9
Trentino A.A.  0,6  3,2  2,6
Veneto  -12,4  13,0  2,9
Friuli V.G.  -6,5  3,6  1,7
Liguria  -12,3  6,3  1,5
Emilia Rom.  -17,4  18,3  11,8
Toscana  -17,9  18,2  3,7
Umbria  -4,7  2,5  -0,9
Marche  -7,8  4,4  -0,9
Lazio  -14,2  19,9  2,1
Abruzzo  -5,7  3,2  -2,2
Molise  -1,8  1,9  -1,2
Campania  -6,1  14,5  -18,5
Puglia  -9,7  6,7  -8,7
Basilicata  -2,4  2,0  -2,3
Calabria  -4,8  7,1  -8,5
Sicilia  -12,3  5,2  -15,4
Sardegna  -6,4  3,7  -1,7
ITALIA  -182,6  184,0  -18,5
Elaborazioni del Servizio Controllo strategico e Ufficio regionale di statistica su dati Istat

 

In Italia, nonostante un livello inferiore di nascite, il numero medio di figli per donna, pari a 1,34, risulta invariato rispetto all’anno precedente. Nel frattempo, l’età media al parto delle donne è cresciuta da 31,1 anni nel 2008 a 31,8 anni nel 2017.

Su base regionale la fecondità presenta, come di consueto, significative differenze che vedono primeggiare le regioni del Nord (1,39 figli per donna) nei confronti di quelle Centro (1,28) e del Mezzogiorno (1,30).

In Umbria il numero medio di figli per donna è pari a 1,26 figli, dato che rimane invariato rispetto all’anno precedente. L’età media al parto delle donne è cresciuta da 31 anni nel 2008 a 31,9 anni nel 2017.

Le regioni a più forte mortalità sono quelle che presentano un maggiore invecchiamento della popolazione: il tasso di mortalità generico (ottenuto dividendo il numero di decessi osservati in un dato anno per la popolazione media dell’anno stesso) è pari in Liguria al 14,1 per mille abitanti, Molise 12,7, Umbria 12,3 e Marche 12,2. In Italia il dato è pari al 7,7.

 

TASSO GENERICO DI MORTALITA’ E TASSO DI MORTALITA’ STANDARDIZZATO. Anno 2017* valori per mille
Fonte dati: ISTAT, 2017
Regione Tasso generico di mortalità ‰ Tasso di mortalità standardizzato ‰
Piemonte 12,1 8,5
Valle d’Aosta 11,2 8,6
Lombardia 9,9 8,0
Trentino A.A. 8,8 7,4
Veneto 10 7,9
Friuli V.G. 12 8,1
Liguria 14,1 8,3
Emilia Rom. 11,5 8,1
Toscana 11,9 8,1
Umbria 12,3 8,1
Marche 12,2 8,2
Lazio 9,9 8,4
Abruzzo 11,7 8,5
Molise 12,7 8,7
Campania 9,6 10,0
Puglia 10 8,6
Basilicata 11,5 8,8
Calabria 10,5 8,9
Sicilia 10,7 9,5
Sardegna 10,1 8,2
ITALIA 10,7 8,4
* stima per il 2017
Elaborazioni del Servizio Controllo strategico e Ufficio regionale di statistica su dati Istat

L’analisi dei tassi standardizzati di mortalità mette in luce una chiave di lettura alternativa. La standardizzazione è un’operazione che permette di quantificare il fenomeno di interesse al netto di specifici fattori confondenti, quali ad esempio l’età. Attraverso i tassi standardizzati di mortalità è quindi possibile confrontare l’intensità del fenomeno tra popolazioni aventi diversa composizione per età. Dissolto l’effetto della struttura per età, la mortalità è più alta nel Mezzogiorno (9,1 per mille il valore del tasso standardizzato) e più contenuta nel Nord e nel Centro (rispettivamente, 8,1 e 8,2 per mille). La Campania, la regione col più basso rapporto decessi su abitanti (9,6 per mille) dopo il Trentino-Alto Adige (8,8), si configura in realtà come la regione col più alto rischio standardizzato (10 per mille) se è posta a parità di confronto sul piano delle condizioni strutturali della popolazione.

Se consideriamo il tasso standardizzato di mortalità l’Umbria passa da regione con il terzo più alto tasso di mortalità generico a regione con uno dei più bassi tassi di mortalità.

 

TASSO DI MORTALITÀ STANDARDIZZATO. Anni 2015-2017* valori per mille
Fonte dati: ISTAT, 2017
Regioni 2015 2016 2017
Piemonte 9,1 8,4 8,5
Valle d’Aosta 9,4 8,5 8,6
Lombardia 8,5 7,8 8,0
Trentino A.A. 7,8 7,5 7,4
Veneto 8,3 7,9 7,9
Friuli V.G. 8,5 8,0 8,1
Liguria 8,8 8,0 8,3
Emilia Rom. 8,4 7,9 8,1
Toscana 8,5 7,8 8,1
Umbria 8,3 7,8 8,1
Marche 8,3 7,8 8,2
Lazio 8,8 8,3 8,4
Abruzzo 8,8 8,2 8,5
Molise 8,9 8,1 8,7
Campania 10,5 9,6 10,0
Puglia 8,8 8,2 8,6
Basilicata 9,0 8,5 8,8
Calabria 9,1 8,5 8,9
Sicilia 9,7 9,0 9,5
Sardegna 8,6 8,1 8,2
ITALIA 8,8 8,2 8,4
* stima per il 2017
Elaborazioni del Servizio Controllo strategico e Ufficio regionale di statistica su dati Istat

 

TASSO GENERICO DI MORTALITA’. Anni 2015-2017* valori per mille
Fonte dati: ISTAT, 2017
Regione 2015 2016 2017
Piemonte 12,3 11,6 12,1
Valle d’Aosta 11,8 10,9 11,2
Lombardia 9,9 9,4 9,9
Trentino A.A. 8,9 8,7 8,8
Veneto 10,1 9,7 10
Friuli V.G. 12,1 11,6 12
Liguria 14,2 13,3 14,1
Emilia Rom. 11,6 11,1 11,5
Toscana 12,1 11,3 11,9
Umbria 12,1 11,5 12,3
Marche 11,8 11,2 12,2
Lazio 9,9 9,6 9,9
Abruzzo 11,6 11 11,7
Molise 12,4 11,5 12,7
Campania 9,7 9,1 9,6
Puglia 9,7 9,2 10
Basilicata 11,2 10,8 11,5
Calabria 10,3 9,8 10,5
Sicilia 10,4 9,9 10,7
Sardegna 10 9,8 10,1
ITALIA 10,7 10,1 10,7
* stima per il 2017
Elaborazioni del Servizio Controllo strategico e Ufficio regionale di statistica su dati Istat