Indicatori territoriali per le politiche dello sviluppo. Ambiente. Ed. 2017

L’inquinamento dell’aria viene considerato problema centrale nell’ambito delle politiche nazionali e europee. Infatti, il riscaldamento globale dell’atmosfera è attribuito principalmente alle emissioni di anidride carbonica (CO2).

 

Le emissioni di gas serra (tonnellate di CO2 per 1.000 abitanti) rappresentano un indicatore utilizzato a livello europeo e nazionale per il monitoraggio della qualità dell’aria. In Umbria nel 2010 sono state rilasciate nell’atmosfera 9,9 tonnellate ogni 1.000 abitanti di CO2 (in Italia il valore è pari a 7,4).

 

In Umbria, nel 2016, il 5,8% di famiglie denunciano irregolarità nell’erogazione dell’acqua, un valore inferiore a quello medio nazionale pari al 9,4%. Dal 2006 ad oggi, l’Umbria è la seconda regione italiana che ha fatto registrare la diminuzione più consistente delle denunce per irregolarità, che sono scese del 67%.

L’Umbria conferma un alto livello di consumi di energia elettrica anche nel 2016, stabile rispetto al 2015, pari a 5,80 GHW per 1.000 abitanti, superiore al valore medio nazionale, pari al 4,88.

Un indicatore importante volto a misurare i progressi realizzati nella direzione dello sviluppo sostenibile e del contenimento dei gas serra è rappresentato dall’incidenza della produzione da fonti rinnovabili sulla produzione totale di energia elettrica. L’energia prodotta fonti rinnovabili consente infatti di valutare quanto un paese o una regione riesca a valorizzare le proprie dotazioni naturali rinnovabili.

 

Sul fronte dei consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili, l’Umbria nel 2016 fa un balzo avanti con un valore pari al 39,7% rispetto al 39,2% del 2015, (in Italia il valore al 2016 è pari al 33,1%).

In Italia solo alcune regioni producono e sfruttano al meglio l’energia elettrica da fonti rinnovabili. Sia la Valle d’Aosta che il Trentino Alto Adige producono energia elettrica attraverso gli impianti idroelettrici da apporti naturali in quantità superiore ai loro consumi.

Per quanto riguarda il Centro, oltre all’Umbria la Toscana presenta buoni livelli di consumi (39,4%): in quest’ultima si hanno apporti naturali diversificati, unica regione italiana che produce energia geotermica, o in Regioni come Abruzzo e Calabria, dove si ha un apporto di energia naturale da fonti diverse come l’eolico, l’idrico, il fotovoltaico e le biomasse – il consumo di energia elettrica coperto da apporti naturali è consistentemente più elevato.

La raccolta differenziata, effettuata per le diverse frazioni merceologiche che costituiscono i rifiuti urbani, rappresenta un’operazione di primaria importanza ai fini del successivo avvio alle operazioni di recupero. Nel 2015 in Umbria il 48,9% (il 47,5% a livello nazionale) dei rifiuti urbani prodotti è avviato a raccolta differenziata.

Le regioni italiane presentano una situazione molto differenziata. Mentre il Nord, con una quota di raccolta differenziata pari al 50,1% si mantiene ad un buon livello seguito dal Centro (47,6%) e il Mezzogiorno con una percentuale del 36,2%. Nelle Regioni del Nord, ad eccezione di Liguria e Valle d’Aosta, è già stato superato l’obiettivo del 50%.

 

Il verde urbano nelle città (misurato dai metri quadri di verde urbano per abitante) svolge importanti funzioni di compensazione riguardo a quelli che sono gli effetti più negativi della pressione antropica sull’ambiente urbano.

Contribuisce a regolare il microclima cittadino ed attenuare i rumori, con un’azione positiva anche sull’inquinamento acustico. Infine, la presenza di verde soddisfa le esigenze ricreative e sociali della popolazione, contribuendo a migliorare la qualità della vita nelle città.

Nel 2014 (ultimo anno disponibile) i metri quadrati di verde urbano per abitante sono in Umbria mediamente 96,1 (31,1 in Italia). In questo indicatore la nostra regione è tra le regioni migliori insieme a Basilicata, Trentino Alto Adige e Calabria.