L’analisi sull’andamento della demografia delle imprese nel II trimestre 2025, che emerge dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio, evidenzia, per il nostro Paese un saldo negativo di 10.951 attività economiche con un tasso di crescita delle imprese in negativo e pari a -0,18%, come differenza tra 106.881 nuove iscrizioni e 117.832 cessazioni di attività.
Analizzando l’andamento territoriale, il Centro Italia si distingue per il ritmo più sostenuto di ampliamento della base imprenditoriale, con un tasso di crescita pari allo 0,62%. In particolare è il Lazio a registrare la performance migliore tra le regioni, con un saldo attivo di 4.679 imprese e una variazione positiva dello 0,79%. Il Nord-Ovest, con un saldo positivo di 8.898 imprese, conferma il proprio peso sul panorama nazionale, trainato dalla Lombardia che, ancora una volta, si attesta come prima regione per stock di imprese registrate (948.382), mostrando un saldo positivo di 6.180 unità nel trimestre, pari a una crescita dello 0,66%. Il Nord-Est registra un incremento di 5.641 imprese, portando il numero complessivo a 1.103.717 e un tasso di crescita dello 0,51%, mentre, passando al Mezzogiorno, la Puglia evidenzia un dinamismo superiore alla media nazionale, con un saldo positivo di 2.508 imprese e una crescita dello 0,67%. Piemonte e Toscana, infine, condividono un identico saldo attivo di 1.885 nuove imprese, segnalando un miglioramento dei rispettivi contesti territoriali rispetto al 2024
In Umbria le iscrizioni di nuove imprese nel II trimestre 2025 sono state 1.144 a fronte di 735 cessazioni con un saldo positivo di 409 imprese: sia la Provincia di Perugia che di Terni registrano un saldo positivo e pari rispettivamente a +303 e +106 imprese.
Al 30 giugno 2025 lo stock di imprese umbre ammontava a 90.308 con un tasso di crescita pari al +0,45% rispetto al trimestre precedente.
Delle 90.308 imprese umbre registrate al 30 giugno 2025, la diminuzione maggiore si è avuta per le imprese del settore dell’industria (-1,33%) seguito dal settore del commercio (-1,25%), da quello dell’agricoltura (-1,04%) e delle costruzioni (-0,58%).
FONTE: UNIONCAMERE-MOVIMPRESE