Nel 2017 in Umbria la spesa media mensile per famiglia in valori correnti è stimata pari a 2.333 euro ed è di circa 230 euro inferiore a quella media nazionale ponendosi all’11° posto nella graduatoria nazionale delle regioni italiane. Rispetto al 2016 la spesa media mensile in Umbria è aumentata del 3,7%, a fronte di quella nazionale che è lievitata dell’1,6%.
Lombardia, Trentino-Alto Adige (entrambe con 3.051 euro) ed Emilia-Romagna (2.958 euro) sono le regioni con la spesa media mensile più elevata. Al contrario, la Calabria è la regione con la spesa più contenuta, pari a 1.807 euro, circa 1.250 euro meno della spesa più elevata, seguita dalla Sicilia con 1.943 euro.
In generale si confermano rilevanti differenze territoriali per la spesa per consumi: i livelli più elevati si registrano nelle regioni del Nord (2.875 euro nel Nord-ovest e 2.844 nel Nord-est), seguono il Centro (2.679 euro), il Sud (2.071 euro) e le Isole (1.983 euro).
Cartogramma. Spesa media mensile per famiglia per regione (euro). 2017
Al netto del costo stimato degli affitti figurativi, cioè la spesa che le famiglie dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’abitazione con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito, la spesa media familiare in Umbria è pari a 1.802 euro.
Il livello medio della spesa alimentare nella regione è stimato pari a 434 euro mensili ed è in diminuzione rispetto al 2016 (-11%), mentre la spesa totale per beni e servizi non alimentari è di 1.899 euro al mese. La voce di spesa più consistente è quella per abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria, pari a 818 euro mensili, seguita da quella per trasporti (291 euro).
Grafico. Ripartizione della spesa media mensile per famiglia in Umbria. 2017
In Umbria diminuiscono sensibilmente rispetto al 2016 le spese per servizi sanitari e salute (-28,2%, in controtendenza con il dato nazionale che fa registrare un +8,0%), aumentano quelle per trasporti (+10% in Umbria e +7,1% in Italia) e per comunicazioni (+2,9 % in Umbria e +2,5% in Italia). Salgono considerevolmente nel 2017 rispetto all’anno precedente le spese per ricreazione, spettacoli e cultura (+49,5% Umbria e -0,2% Italia), le spese per istruzione (+72,2% Umbria e 8,7% Italia, anche se il dato assoluto rimane inferiore a quello italiano) e le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+50,7% Umbria e 1,8% Italia).
Grafico. Variazione percentuale 2016-2017 della spesa media mensile per famiglia in Italia e in umbria. 2017
GLOSSARIO INDICATORI:
Spesa per consumi delle famiglie: spesa per beni e servizi acquistati dalle famiglie per il soddisfacimento dei propri bisogni (incluse spese per regali). Vi rientra anche il valore monetario degli affitti figurativi e quello degli autoconsumi, cioè dei beni prodotti e consumati dalla famiglia, così come dei beni e servizi ricevuti dal datore di lavoro a titolo di salario.
Spesa media mensile: è calcolata dividendo la spesa totale per il numero delle famiglie residenti in Italia.
Affitto figurativo: è una componente non monetaria della spesa per consumi delle famiglie che vivono in abitazione di proprietà, usufrutto o in uso gratuito o che sono proprietarie di un’abitazione secondaria; rappresenta il costo che queste dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’unità abitativa con caratteristiche identiche a quella in cui vivono o all’abitazione secondaria di loro proprietà. Tale componente viene considerata negli studi sulla distribuzione delle spese per consumi, sulla distribuzione dei redditi e sulla povertà, per avere un confronto più preciso tra le condizioni economiche delle famiglie
FONTI:
Istat, 2017 e 2018, Indagine sulle spese delle famiglie: L’indagine ha l’obiettivo di rilevare i comportamenti di spesa delle famiglie residenti in Italia e di analizzarli secondo le loro principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali. Costituisce inoltre la base informativa per i) la stima trimestrale della spesa per consumi finali delle famiglie, ii) la ponderazione annuale del paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo, iii) le stime ufficiali della povertà relativa e assoluta in Italia, iv) la stima dell’inflazione per classi di spesa delle famiglie. Oggetto della rilevazione sono tutte le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni e servizi direttamente destinati al consumo familiare (inclusi gli autoconsumi, il fitto figurativo e i regali): ogni altra spesa effettuata per scopo diverso dal consumo è esclusa (ad esempio il pagamento delle imposte o le spese connesse con l’attività professionale). La rilevazione, condotta in modo continuo con tecnica CAPI (Computer Assisted Personal Interview) su un campione nazionale teorico annuo di circa 28.000 famiglie, si basa su una classificazione delle voci di spesa armonizzata a livello internazionale (Classification of Individual COnsumption by Purpose – Coicop).