L’espressione “conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” indica, come suggerisce la radice etimologica della parola, accordare, far coesistere, combinare esigenze ed interessi di due ambiti che sono o appaiono in contrasto: quello della vita privata e familiare e quello della vita lavorativa. L’ISTAT nel BES dedica un capitolo a questo argomento.

Il tasso di mancata partecipazione al lavoro misura l’offerta insoddisfatta di lavoro, considerando oltre ai disoccupati anche gli inattivi che, pur non cercando attivamente lavoro, sarebbero disponibili a lavorare. Il tasso di mancata partecipazione (tra i 15 e i 74 anni) dà quindi conto di quanti sono disponibili a lavorare, pur non cercando attivamente lavoro. Nel 2022 l’indicatore in Umbria si attesta al 12,2%, inferiore a quello medio italiano pari al 16,2%, registrando un miglioramento e riducendosi rispetto al 2021 di -0,9 punti.

Tasso di mancata partecipazione al lavoro, Umbria, Centro e Italia (val.%) – Anno 2022

Fonte: Elaborazione Servizio Trasparenza, anticorruzione, privacy e ufficio regionale di statistica su dati ISTAT

Il rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e tasso di occupazione di quelle senza figli nella stessa fascia d’età è un indicatore indiretto che permette di valutare la difficoltà delle donne a conciliare il lavoro con l’organizzazione familiare, soprattutto in presenza di figli piccoli.

NeI rapporto tra i due tassi, il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli di età inferiore ai 6 anni e quelle senza figli, (con al denominatore quello delle donne senza figli), moltiplicato per 100, in Umbria è pari a 79,4% ed è ed è in aumento di 5 punti percentuali rispetto a quello dell’anno precedente (un valore dell’indicatore pari a 100 indicherebbe l’uguaglianza tra i due tassi), mentre nella media italiana è inferiore e pari al 72,4%. Valori differenti dell’indicatore e dinamiche diverse caratterizzano le ripartizioni geografiche: nel Nord il rapporto è rimasto sostanzialmente invariato, passando dal 77,6 al 77,8; nel Centro il rapporto passa da 84,5 nel 2021 a 79,8, per effetto dell’aumento del tasso di occupazione delle donne senza figli (+5,3 punti) e della maggiore stabilità di quello delle donne con figli (+0,7 punti); nel Mezzogiorno passa da 65,2 a 66,8, per effetto dell’incremento osservato per entrambi i tassi di occupazione che, tuttavia, soprattutto tra le donne con figli piccoli è particolarmente basso (meno del 38% contro quasi il 66% del Nord e il 63,4% del Centro).

Rapporto tra i tassi di occupazione (25-49 anni) delle donne con figli in età prescolare e delle donne senza figli, Umbria, Centro e Italia (val.%) – Anno 2022

Fonte: Elaborazione Servizio Trasparenza, anticorruzione, privacy e ufficio regionale di statistica su dati ISTAT

Dopo l’aumento della percezione di vulnerabilità tra i lavoratori registrata nell’anno dell’emergenza sanitaria, la quota di coloro che ritengono probabile perdere il lavoro entro sei mesi e al contempo improbabile trovarne un altro simile decresce ancora nel 2022 e si attesta in Italia al 4,9%. La diminuzione c’è stata per tutte le ripartizioni anche se nel Mezzogiorno la quota rimane più alta (6,8%) rispetto al Centro (4,7%) e al Nord (3,9%).

In Umbria nel 2022, la percentuale di occupati che nei successivi 6 mesi dopo l’intervista ritengono sia probabile perdere il lavoro attuale e sia poco o per nulla probabile trovarne un altro simile, sul totale degli occupati, si attestano al 5%, in misura lievemente superiore alla media italiana, in diminuzione di 1 punto percentuale rispetto l’anno precedente.

Percezione di insicurezza nell’occupazione, Umbria Centro e Italia (val.%) – Anno 2022

Fonte: Elaborazione Servizio Trasparenza, anticorruzione, privacy e ufficio regionale di statistica su dati ISTAT

FONTE: ISTAT

https://www.istat.it/it/files//2023/04/3.pdf

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