In Italia la crisi seguita alla pandemia ha avuto un forte impatto negativo sull’intensità di ricerca, sull’innovazione nelle imprese e ha arrestato la crescita dei lavoratori della conoscenza, ossia gli occupati con istruzione universitaria (Isced 5,6,7 e 8) in professioni scientifico-tecnologiche (Isco 2-3).

Nel 2020-2021, tuttavia, gli andamenti di questi indicatori hanno risentito del quadro più generale di caduta del Pil e dell’occupazione complessiva, segnalando relativi miglioramenti, più apparenti che sostanziali, in particolare per l’intensità di ricerca e i lavoratori della conoscenza che vedono ridurre il loro peso in Italia perché la crescita dell’occupazione nel 2022 si concentra su altri segmenti del mercato del lavoro.

In Umbria, a differenza dell’andamento registrato dalla media italiana, il 51,6% delle imprese ha introdotto nel 2020 innovazioni tecnologiche di processo e di prodotto, in aumento di quasi 3 punti percentuali rispetto al 2018 e anche i lavoratori del settore della conoscenza vedono aumentare il proprio peso nel 2022 e pari al 16,8% del totale degli occupati, 0,2 punti percentuali in più rispetto al 2021.

Per quanto riguarda l’intensità di ricerca, la percentuale di spesa in ricerca e sviluppo in % del PIL in Umbria è stata pari nel 2020 all’1,06%, inferiore alla media italiana pari all’1,51%, in aumento di 0,3 punti rispetto al 2019.

FONTE: ISTAT

https://www.istat.it/it/benessere-e-sostenibilit%C3%A0/la-misurazione-del-benessere-(bes)/il-rapporto-istat-sul-bes

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