Nel 2022, in Italia, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,1 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente).
Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione. L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 28,9%, si ferma invece al 6,4% per le famiglie composte solamente da italiani.
L’incidenza di povertà relativa si attesta al 10,9% (stabile rispetto all’11,0% del 2021) e le famiglie sotto la soglia sono 2,8 milioni.
A livello territoriale, nel Nord l’incidenza di povertà relativa familiare si attesta al 6,3%, con valori più elevati nel Nord-ovest (6,7%) rispetto al Nord-est (5,8%); nel Centro è pari a 6,5%, mentre nel Mezzogiorno il valore dell’incidenza è pari al 20,5%, nettamente superiore a quello delle altre ripartizioni. Su scala regionale Calabria (31,6%), Campania (22,1%) e Puglia (21%) sono le regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza familiare, mentre Trentino-Alto Adige (con un’incidenza del 3,8%) e Lazio (5,5%) presentano i valori più bassi. Le incidenze regionali non sono significativamente diverse dallo scorso anno, a eccezione della Puglia, che vede un miglioramento (nel 2021 era pari al 29,1%) e della Calabria, che invece segnala un peggioramento (dal 21,4% del 2021).
In Umbria l’incidenza di povertà relative delle famiglie è stata pari nel 2022 al 10%, in lieve aumento rispetto al valore del 2021 pari al 9,9%, percentuale inferiore alla media dell’Italia pari al 10,9% ma superiore alla media del Centro pari al 6,5%.
Fonte: ISTAT