Le imprese italiane che si trovano in sofferenza sono circa 176 mila; tra queste una su tre è ubicata al Sud. Roma, Milano, Napoli e Torino sono le realtà territoriali maggiormente in difficoltà.
Per imprese in sofferenza si intende di società non finanziarie e famiglie produttrici che sono state segnalate come insolventi dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Una “bollinatura” che, per legge, non consente a queste aziende di accedere ad alcun prestito erogato dal canale finanziario legale. Tali imprese non potendo beneficiare di liquidità, rischiano, molto più delle altre, di chiudere o di scivolare tra le braccia degli usurai.
Per quanto riguarda l’Umbria da dati della Banca d’Italia elaborati dalla Cgia Mestre emerge che sono 4.623 le imprese in sofferenza il 2,6% del totale; di queste 3.341 sono ubicate nella provincia di Perugia, (che risulta l’ottava provincia itaiana con la percentuale più elevata di imprese in sofferenza sul totale) mentre 1.282 sono ubicate nella provincia di Terni (FONTE: ELABORAZIONI UFFICIO STUDI CGIA MESTRE SU DATI BANCA D’ITALIA)